"Nessuno nasce IMPARATO
anzi...
TUTTI STIAMO IMPARANDO"
"Nessuno nasce IMPARATO
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TUTTI STIAMO IMPARANDO"
Un fotografo giramondo residente in Toscana
Un fotografo giramondo residente in Toscana
Viaggio nella valle sacra agli Incas. La valle corre per circa cinquantotto chilometri dalle montagne alle spalle di Cuzco, la città imperiale degli Incas adesso il più bel centro storico coloniale del Sudamerica, fino a digradare verso la selva amazzonica e Macchu Picchu.
La città di Cuzco è di una bellezza unica, però esposta com’è a sud ovest risente del clima freddo del Pacifico. La valle è mediamente più in basso, il freddo si ferma sui monti di Cuzco. Lo stesso sole che in città non riscalda qui è l’autentica fonte di calore adorata dagli Inca. Il Dio Sole in tutto il suo splendore.
Altre costruzioni Inca se ne stanno più appartate lungo tutta la valle. La chiesa spagnola del Chinchero si regge su mura precolombiane. La quasi irraggiungibile “piccola Qosqo” sui monti di fronte a Calca è un gioiellino con vista panoramica. I depositi di sale e le strane “andenes” di Maras sono mute testimonianze dell’antico florido passato. Lo si nota anche anche nei paesi come Ollantaytambo, il cui regime delle acque segue la canalizzazione incaica.
In entrambi i casi c’è stato un naturale mescolarsi con altre popolazioni. Forse la differenza di epoche, forse una storia differente qui s’è mantenuta viva la lingua incaica, il quechua.
Non è coreografia per i turist. La “vecchietta tipica” che va al mercato del Chinchero in abiti tradizionali è molto meno vecchia di quanto si pensi , e
Da Pisac fino ad Urubamba, in maggio giugno si raccoglie il famoso mais bianco di Urubamba. Poi si passerà alla quinoa che ancora svetta rossiccia sui terrazzamenti. Più in alto le “comunidades”del “Parque de la Papa”si dedicano alla raccolta del tubero che qui ebbe origine.
Il quechua è la lingua madre per quasi tutti quelli che nascono nei villaggi più isolati. All’inizio della valle a sud, superando la fortezza di Pisac e continuando a salire il Centro Internazionale della Patata ha creato il suddetto parco. Riunisce alcune comunidades in un progetto di conservazione e diffusione di varietà native.
Generalmente nella famiglia andina la donna non ha una buona padronanza dello spagnolo, non lo parla ma lo capisce, c’è una ragione antropologica dovuta al ruolo familiare. Lei in casa e nei campi, all’uomo spettano le relazioni esterne.
Il Parque è stato un grosso aiuto, poiché ha introdotto metodi scientifici per il lavoro della patata. Ha anche aggiunto e commercializzando altre coltivazioni artigianali. Nella modernissima sede centrale, infatti, si inscatola la muña essiccata.
Grazie al C.I.P, c’è una serra sperimentale con varietà estinte nella zona. I campeggino del luogo coltivano patate e Olluquito e Oca.
Altri campi sono dedicati allo studio, i tecnici che lavorano col C.I.P esaminano i risultati delle diverse varietà in terreni a varie altezze. Gli incaricati del C.I.P affermano che il progetto sia a beneficio delle comunidades, ma manca una adeguata rete di vendita.
Sicuramente è una garanzia per non restare a corto di cibo e per non comprarlo, però i “campesinos” dell’era moderna continuano a non avere i soldi per cose utili, talvolta indispensabili.
A Qollana Alta, comunidad campesina isolata fra i campi fra il Chinchero e Maras, la ONG Cadefor gestisce in un progetto di riforestazione e inserimento di piante da frutto. In zona c’è un problema di gelate. Creare siepi protettive ai campi servirà a poter coltivare le verdure con migliori risultati. Inoltre hanno introdotto il melo, qui ritenuto pianta esotica, arricchirà la dieta quotidiana.
Per migliorare la produzione laniera di alpaca, a Calca, nelle comunità d’altura un altro progetto ha installato ricoveri con tetto di lamiera
La popolazione del Valle Sagrado beneficia anche di investimenti privati.
“lo stato peruviano garantisce solo la primaria in ogni comunidad” spiega Juan Mayorga, limeño cresciuto a Washington. “Il problema si presenta col secondo ciclo, che da accesso all’Università”. I ragazzi dei villaggi isolati devono smettere o trasferirsi, con costi che spesso i genitori non possono affrontare.
Juan Mayorga è uno dei quattro soci della Cerveceria del Valle. Un birrificio fuori Ollantaytambo, la loro produzione in botte raggiunge Lima e Arequipa.
L’integrazione col Valle sta nell’uso di prodotti locali. Birre aromatizzate al cioccolato e al caffè di Quillabamba, zucca del Valle per una porter di stagione.
La Valle Sacra è un posto dalla grande energia. Per questo in molti vi si sono installatii, gli “alternativi” in linea con la cosmovisione andina. Infatti,
Se non è straniero è di Lima, discendente di europei e coi mezzi a disposizione per impiantare attività.
Il progetto è suo e di Mathew Block un ragazzo di Boston con Stetson in testa che lavorava in informatica ma è stato folgorato sulla via di Damasco dal mondo naturale. E’ arrivato in Peru cercando l’autenticità e con Lin Mae ha un investito in alimentazione naturale. Il Pumamarka, di cui fanno parte quei cioccolatini rivestiti di cocco o di polvere di coca.
Argentino e viaggiatore, da sempre segue il cammino dei semi. Si definisce un ex contrabbandiere di semi. da quando visitò negli Stati Uniti la Seeds of Change, e “riportò” alcuni semi i Sudamerica.
Viaggiando via terra con le sementi verso l’Argentina
Alejandro fu affascinato dalle molteplici varietà di mais, patate, fave. Adesso è attivo nel campo della medicina naturale, ha una farmacia comunitaria dove le donne dei villaggi apportano erbe medicinali, con altre erbe crea olii essenziali. Con la scuola pubblica gestisce un orto biologico chiamato “niños semillas”. “Farlo coi ragazzi” dice ” è trasmetter loro una cultura della terra e del suo rispetto.”
Malena è limeña discendente di italiani, donna in carriera e poi la possibilità di un cambio radicale che si è materializzato in un ristorante vegano. Ha scelto la valle per la sua energia positiva, affascinata parla delle sinergie che vi si creano, i cibi vegani li definisce alimentazione cosciente. Il posto è conosciuto per i suoi frullati galattici dai nomi ispirati a tematiche cosmiche
Le signore vedono nell’arte un mezzo di guarigione integrale, sposano la teoria dell’inesistenza della malattia, mescolano la fisica quantica ai “corsi di miracoli” per resettare quel patrimonio ancestrale che ognuno possiede. Uniscono oroscopo maya, biodanza e pittura dei mandala.
La comunità Amalai, il cui nome significa anima nella lingua mochica, l’ha fondata Paloma, “nome di battaglia” Prem Tarika. Parla del vivere insieme per portare “la luce che ognuno ha dentro di se”. Vede la comunità come punto di luce sulla terra per la guarigione dell’essere. Parla di una forza spirituale simboleggiata dal condor, che si può recuperare in questa zona dove c’è stata molta sofferenza.
Al Pachamama Connection, una celebrazione delle culture alternative andine e non che da anni ha luogo nella Valle, tutto inizia con lo sciamano, che fa il “pago a la tierra”
Saranno sette giorni di musica con DJ dai nomi come Vimana Mental, come le navi che trasportavano i semidei. Vi saranno molte aree tematiche: costruzione dei Dijeridoo, yoga, reiki, il biologico, riciclaggio…
Link utili
https://www.peru.travel/es/datos-utiles/iperu
https://www.lonelyplanet.com/peru/cuzco-and-the-sacred-valley/the-sacred-valley