Vapore

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Vapore ma… l’acqua, elemento fondamentale della vita, il calore da sensazioni di benessere.

La gente nell’acqua calda sta bene, le nuvole di vapore sembrano separare le persone dalla loro quotidianità per avvolgere in una dimensione di sogno. Offuscate dal vapore le persone sembrano un qualcosa d’altro rispetto alla loro vita “a secco”.

Nell’acqua calda delle terme la gente si rilassa, conscia delle virtù benefiche si lascia andare a pensieri, meditazioni, sorbendo sensazioni profonde .

Vapore
© Federico Tovoli Photojournalist

L’uomo è anche un pò buffo scoprendo i propri difetti fisici, circondandosi di accessori come ciabatte ed accappatoi che fanno da contorno all’esperienza delle acque.

Nell’acqua calda delle terme tutti sembrano uguali e me l’ha confermato questo mio viaggio attraverso le zone termali nel mondo. Iniziato tanti anni fa intorno ad una semplice intuizione sortami quando anch’io ero immerso nell’acqua delle terme slovene a Catez. Era vacanza in compagnia, mai fatta prima di allora in quel modo, in tanti amici e alle terme.

Mi misi ad osservare gli sguardi delle persone, beati e meditabondi, mi feci attrarre dalle forme che si creavano con le nubi di vapore, dai chiaroscuri negli esterni di quell’impianto totalmente artificiale.

Lo vidi, l’uomo moderno a contatto con un tempo altro, vicino a quel qualcosa di profondo di cui il benessere dell’acqua calda favorisce l’emersione. Pensai di “fare” qualcosa in fotografia senza sapere bene cosa. Uno di quei progetti a lungo termine che molti colleghi facevano ma che per me è stata la prima volta.

Erano gli ultimi giorni dell’anno 2004, il successivo fu per me di grandi cambiamenti, da travel photographer che produceva solo destinazioni accessibili al turista, mi trasformai in un fotogiornalista molto più completo. Iniziarono i viaggi in Sudamerica ed iniziò anche questo progetto.

Vapore
© Federico Tovoli Photojournalist

Vivendo in Toscana ci furono un paio di viaggi a Saturnia, le terme selvagge, in inverno, dentro e fuori dall’acqua. Poi a Petriolo, quando avevo saputo che c’era la neve tutta dintorno…che però se ne stava già andando.

Durante il mio quarto viaggio sudamericano, che durò 9 mesi in cui dall’Ecuador arrivai fino alla punta estrema continentale argentina, li in Ecuador scoprii una cultura termale a ridosso dei vulcani, nativi ed ecuadoriani di città a mollo sotto la pioggia nelle piscine di Papallacta, che in lingua quichua vuol dire “padre terra”.

E poi la cultura termale ungherese fra toni asburgici ed abitudine quotidiana, in una Budapest innevata. Sbuffi di vapore enormi e gran brividi di freddo a star fuori dall’acqua, compresi quei pochi minuti per entrare in costume da bagno nelle piscine all’aperto.

Tornai anche nell’”acquapark” di Catez da dove tutto cominciò e la cui unica differenza rispetto ad altri parchi acquatici era di avere acqua termale. 

Non poteva mancare l’Islanda, in questo viaggio “a mollo” intorno al mondo. Ci andai apposta e scoprii un paese tanto bello quanto diverso da come mi aspettavo…

Persone cordiali e collaborative e sei diverse piscine in varie parti del paese, dove l’aspetto meditativo si alternava alla festa più o meno per turisti.

Dopo tutti questi viaggi, posso dar per veritiera la considerazione che fece la signora Valerie Theveniaud-Violette, del reparto fotografico di Le Figaro vedendode questo mio lavoro

Attraverso questo progetto si vede l’universalità dell’essere umano, il suo essere uguale una volta spogliato della propria quotidianità

Vapore
© Federico Tovoli Photojournalist

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