"Nessuno nasce IMPARATO
anzi...
TUTTI STIAMO IMPARANDO"
"Nessuno nasce IMPARATO
anzi...
TUTTI STIAMO IMPARANDO"
Un fotografo giramondo residente in Toscana
Un fotografo giramondo residente in Toscana
Uno shooting su un gay pride, una composizione dal tono ironico, una condivisione sulle reti sociali ed un grido allo scandalo. Non risparmiarsi sugli scatti
Nel ventunesimo secolo in Europa occidentale, anche in quella dominata dalla cultura cattolica-apostolica-mediterranea forse non c’è più bisogno di celebrare l’orgoglio della differenza di genere. o forse si.
Ero su un reportage sulla città di Palermo che presto sarebbe divenuta capitale italiana della cultura. Il leit motiv della cultura locale voleva essere l’inclusione. In loco è una storia secolare di incontro di popoli. Dal periodo “arabo-normanno” venendo verso di noi fino alle moltitudini arrivate da Africa e Asia e fortemente presenti in città.
A Palermo si celebrava già da sette anni un pride abbastanza speciale, qui infatti era nata l’Arcigay. La prima festa dell’orgoglio gay risaliva al 1981.
La manifestazione si sarebbe tenuta circa dieci giorni dopo l’inizio del mio reportage. Per quella completezza di contenuti, inclusi l’intervista allo storico proprietario di un locale gay e una con una coppia di donne legalmente unite.
Non era un matrimonio vero e proprio come in Spagna o in Argentina. Ma neanche più una relazione obbligata alla clandestinità perché “contro natura” , come dicevano i vecchi.
Certo ci sono sparse per il paese associazioni e gruppi di conservatori che remano contro. Una parata un po’ a sberleffo, una festa di piazza andava più che bene.
Avevo li a Palermo una sorta di producer in amicizia, una giovane avvocatessa un po’ logorroica che mi introdusse nell’ambiente culturale cittadino.
La ragazza mi fu utile per una parte del lavoro ma quando seppe che avrei fatto la copertura del pride insistette per accompagnarmi. Adduceva che durante il suo periodo di studio in un ateneo toscano frequentava il Frau. Locale gay-lesbo che faceva parte della movida versiliese nei decenni 80-90.
Un clima molto rilassato ed amichevole. Molto colore ed i camion con la musica techno che assordavano parecchio… non m’è mai piaciuto il genere.
L’avvocatessa lo sapeva che per far la copertura avrei seguito tutto il corteo, mi sarei mosso in continuazione, anche correndo. In pratica avremmo potuto perderci di vista.
Si rivelò tenacissima nel seguirmi.
Nelle conversazioni in piena techno assordante però mi dichiarò che non capiva il perché di cotanta ostentazione dell’orientamento sessuale. Aggiunse che senza di me non avrebbe mai partecipato. Aggiunse che quando c’erano i cortei studenteschi all’Università lei andava a casa. Concluse, a trentaquattro anni con una buona professione ed un appartamento in affitto, avrebbe dovuto tenere nascosta al padre la sua presenza li. Perché: ” se lo sa mi uccide”.
Persi la tipa dentro quella festa di tutta la società civile di Palermo e dintorni. A ballare, sfilare, agitare cartelli e baciarsi per strada c’erano tutti.
Proprio sull’ultimo tratto arrivarono loro, due travestiti che non era chiaro quanto avessero adottato un look autoironico.
Non erano drag, non erano trans ma erano estremamente provocatori anche nelle movenze.
Non è detto che il suo sguardo fosse proprio rivolto verso il lato b del personaggio dalla chioma bionda. Fra i due che si salutano col bacio sulla guancia ( come fanno tutti in Sicilia ) e lui ci sono altre due persone che sembrano chiedere informazioni.
e sempre occhio vigile
Bella immagine, dimostra in toto quello che sta succedendo nella sfilata, in questi casi giusto non risparmiarsi gli scatti