Ritratto ambientato

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Ritratto ambientato. Altro modo di raccontare fotografando.

Un ritratto è una maniera  di far parlare una persona attraverso l’immagine di se stessa. Con un po’ di ambientazione dintorno lo è ancora di più

Il ritratto è un genere di fotografia di secoli più vecchio della stessa. Diciamo che la fotografia lo ha democratizzato o più precisamente popolarizzato. Da un punto di vista dello storytelling è un’altro modo di raccontare fotografando

Prima che Louis Daguerre si inventasse un processo chimico che rendesse la realtà rappresentabile su materiale inerte, il ritratto lo faceva il pittore ben pagato. Da quella prima metà dell’ottocento, in poi, la cosa andò diventando alla portata di tutte le tasche. E più reale. 

Oggi si assiste ad una contraffazione del ritratto. Qualsiasi ragazzina con la voglia di protagonismo si autoritrae col proprio smartphone e lo posta sulle reti sociali. Senza dimenticare la modifica, con appositi filtri, dei propri difetti fisici.

Tralasciando le ultime novità tecnologiche va detto che il ritratto fotografico,si divide in due grandi categorie.

Il ritratto ambientato e quello su sfondo neutro 

Un limbo monocolore, classico fondale da studio fotografico ha la potenzialità di isolare il soggetto dal resto del mondo.

La ragazza col volto bellissimo e i tratti europei potrebbe essere stata fotografata a Bangok come a Stoccolma . Il fondale neutro che riempie il fotogramma non ce lo dice.. Lo stesso fa da eliminazione della distrazione e quindi porta l’osservatore a concentrars solo sulla persona. 

E’ evidente che l’ambientazione produce l’effetto opposto. Il fotografo August Sander è passato alla storia per i suoi ritratti ambientati in cui

Un personaggio, seppur guardando in macchina interagiva con l’ambiente.

Un ritratto per me è sguardo nell’obiettivo è quell’attimo di complicità fra fotografo e soggetto. E’ un’incursione nella personalità di quest’ultimo. 

Come uno sfondo neutro si può creare anche con una parete dal colore uniforme e sfocandola. Un ritratto ambientato si può fare in tanti modi, accennando o evidenziando l’ambiente.

Forse è scomparsa quella vecchia scuola di puristi che parla di medio-tele o di obiettivo sa ritratto. Effettivamente una lente del genere non distorce i volti e quindi non altera, però abbisogna di abbastanza spazio operativo.

Se lo spazio è poco chi scatta è costretto all’inquadratura forzosamente stretta sul volto, con la conseguenza di penalizzare ogni tipo di ambientazione. 

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quella con il soggetto seduto, nell’insieme mi piace per la tridimensionalità e sfocatura, avrei però modificato la mano monca, mettendola sulla gamba del soggetto principale

mi piace meno quella con fondo neutro

Questa mi pice molto, specialmente per l’espressione e lo sfondo

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