La rivincita della Sanità

Il Rione Sanità fa parte del centro di Napoli ma per ragioni storiche è stato per duecento anni zona di degrado, povertà e criminalità. Da qualche anno le cose sono molto cambiate. La rivincita della Sanità

La rivincita della Sanità
Adolescenti del Rione sorvegliati da Totò nel cortile della sagrestia della Basilica di Santa Maria della Sanità./ © Federico Tovoli Photojournalist

“La Sanità è dove è nato Totò”, dicono a Napoli. 

Una commedia di Eduardo de Filippo :  Il sindaco del Rione Sanità, parla di un boss locale. Stesso tema un film uscito di recente.

“Chillo vive dint’ ‘a Sanità, nun sape parla’ italiano” (Vive alla Sanità, non sa parlare italiano. Sembra che sia il modo nei quartieri alti di bollare la gente di li, guardacaso non in italiano…

A Napoli i quartieri alti lo sono veramente, al Vomero si va in funicolare, Posillipo è alto sul mare. La Sanità è proprio in basso, affossata fra la collina di Capodimonte e Montesanto.

La Sanità ha tanti secoli di storia, da antica zona cimiteriale nel XVII secolo divenne area signorile data la vicina reggia di Capodimonte. Migliorie urbanistiche  dovute a cambi epocali ne decretarono la decadenza. 

Salendo verso la reggia di Capodimonte, lungo il trafficatissimo  corso Amedeo di Savoia, si passa il Ponte della Sanità, con annesso ascensore per  scendere nel centro del rione. Quel ponte fu la causa del problema. Epoca Napoleonica. Esigenza di collegare agilmente Capodimonte al centro, costruzione dell’attuale corso. Ponte sulla valle. Punto.

Rione tagliato fuori: degrado, emarginazione, criminalità.

La rivincita della Sanità
Ciro Oliva dei “Tre santi”, dalla Sanità al mondo come Ambassador della pizza./ © Federico Tovoli Photojournalist

Chi c’è mai stato ma ha visto qualche poliziesco ambientato a Napoli, una scena dentro la Sanità non l’ha notata, ma c’è sempre. Una mia allieva e adesso collega residente al Vomero me l’aveva detto: “Entri li e ti sembra un casino totale”. 

Trovo invece alla Sanità la Napoli di sempre. Palazzi antichi, chiese barocche su piazzette anguste, scooter con due ed anche tre persone a bordo sfreccianti in strade sconnesse e affollate, pescherie e fruttivendoli con la merce sul marciapiede. Odori forti…canestri  calati dai terrazzi, lenzuola a far pergolato.

Il pericolo non si può negare. Nella piazza di Santa Maria della Sanità, dominata da murales da avanguardia , c’è il monumento a Genny Ceserano, lì caduto a causa di una “stesa”. 

La rivincita della Sanità comincia dalla parrocchia e da un prete di frontiera un po’ superstar: Don Antonio Loffredo. Una scintilla  che ha fatto partire un motore che si chiama “giovani del rione”, un carburante  chiamato bellezza e patrimonio, un’inizio tangibile nella restaurazione delle Catacombe di San Gennaro. Un risultato impensabile, il turismo. Ne è seguita una ricaduta positiva sul territorio, economica e sociale 

La rivincita della Sanità per me comincia a fianco della basilica di San Gennaro sulla rotonda di Capodimonte. Cooperativa la Paranza. Centro visite per le Catacombe di San Gennaro, panorama sul golfo, interno impeccabilmente moderno e funzionale. 

“Una discesa nella bellezza del mistero” è la frase scritta su tutte le T.shirt dei ragazzi della coop, li presenti. 

La rivincita della Sanità
Un pescheria aperta sul marciapiede in via dell’Arena alla Sanità.

Se “dint’a Sanità nun sapene parla’ italiano” questi ragazzi del luogo o che alla Sanità hanno trovato un lavoro, oltre all’italiano corretto parlano un’ottimo inglese e non solo.

L’ambiente del Centro visite mi è familiare, tante volte mi sono trovato fra turisti di diverse nazionalità; i numeri me li dice Vincenzo Porzio, classe 1985, facente parte del nucleo fondatore della Coop. Responsabile della comunicazione. 130000 biglietti venduti, 45 persone nella cooperativa, dal 2014 autosostenibilità grazie alla biglietteria.

La storia la snocciolano le guide, in quello che autoironicamente chiamano “il lavaggio del cervello”. Con loro seguo alcuni tour nelle catacombe  precipitando in un mondo di secoli che si accatastano sui secoli. Sono le più vaste d’Italia, le uniche gestite da una cooperativa di giovani. Illuminotecnica ed eloquenza delle guide  rendono affascinante la visita. Grazie ai “ragazzi” della Paranza scopro che il nome “Sanità” non proviene da niente di sanitario bensì dalla Santità, poiché qui c’erano i morti e i santi.  Antonio, Valeria. Amara, Flora, hanno una preparazione impeccabile. Riescono ad affascinare ad esempio, col racconto dell’affresco della donna dell’arcosolio di Cerula.

Il percorso è in discesa e si apre sul quartiere passando per la Basilica Paleocristiana di San Gennaro Extra Moenia, luogo per quella  sensibilizzazione che loro definiscono “lavaggio del cervello”. Spiegazione che starebbe in due paragrafi sul sito o in un box sul depliant se non fossimo Napoli e alla Sanità. Qui c’è da far capire l’oggi e rimarcare che con la valorizzazione della bellezza s’è creata una via d’uscita che sta diventando un’autostrada. 

Seguo due tour con italiani, un gruppo di toscani fa capo all’Unicoop, ente finanziatore di  progetti sociali in loco.  Al “ci sono domande” me l’aspettavo quella su camorra, pizzo etc.. “Nessuno ci ha mai chiesto niente” affermano i ragazzi senza negare che in zona non si siano spariti i problemi.  

Oltre quello spazio c’è il rione che aspetta. Raccomandano da li in poi di togliere alla vista qualsiasi monile prezioso. 

Quelli della mia regione continuano a schifarsi per un po’ di “munnizza” per strada e per lo stato di certe case. E’ complicato. 

Guidati dai ragazzi della Paranza il rione appare  meno “un casino”; le persone della Sanità si sono abitudate ai turisti, interagiscono volentieri, esce il grande cuore del popolo napoletano:  “un caffè”?. 

Grazie ai tour  sono aperti negozi come I love Sanità, che vende gadget come in un elegante borgo della Costiera. 

Il negozio si trova a portata di mano dal “Miglio Sacro”, che  prosegue nelle bellezze del Rione.

All’uscita del Rione, su quella via Arena della Sanità che conclude il “Miglio” , “Poppella” e “Concettina ai tre santi” sono prova la tangibile della rivincita della Sanità. 

La rivincita della Sanità
Monumento a Genny Cesarano in un angolo di Piazza Santa Maria della Sanità. Ucciso nel Settembre 2015 durate una “stesa”/ © Federico Tovoli Photojournalist

Napoli ha una sua pasticceria speciale. Poppella è una pasticceria, Concettina ai tre Santi è una pizzeria. Sia Poppella che Concettina sono nel mondo dei più. Figli e nipoti gestiscono le stesse  attività che i loro vecchi non riconoscerebbero. 

La strada è come tante altre del centro partenopeo, caotica ma non troppo, con cortili settecentschi che fanno parte del Miglio Sacro : Palazzo dello Spagnuolo e Palazzo San Felice. C’è una luminara con le frasi delle canzoni di Pino Daniele, mito moderno. Alcuni cartelli rimandano alla casa natale di Totò, la vicino  ma ricordata solo da una lapide anonima.  In tutto ciò Poppella è un locale che non si può non notare. Fosse in una strada del centro di Roma o di Firenze passerebbe inosservato. L’arredamento pulito e moderno, i tavolini fuori, in un contesto simile stupiscono. 

Ciro “Poppella” Scognamiglio è napoletano verace anche dal nome. Racconta della caparbietà con la quale è voluto rimanere li ed innovare, “dar luce al rione” dice. S’è inventato il Fiocco di Neve, una pasta indescrivibilmente  buona che gli ha dato notorietà. Da lui si fermano i turisti stranieri.

Ripenso all’inizio dell’era  Bassolino. I giornali di allora dicevano che i tour operators studiavano rotte impervie per portare i turisti in penisola Sorrentina o a Capri evitando il centro partenopeo.  Adesso Ciro  Poppella si fa i selfie con le turiste olandesi !!!  E a Ciro la camorra ha sparato alle vetrine… 

Anche la pizzeria accanto all’edicola dei Tre Santi è gestita da un Ciro, Oliva classe 1992, padre di due figli. Ambassador della pizza napoletana nel mondo. Lo incontro in un intervallo fra due trasferte planetarie. Pizza a prezzi popolari in una sala arredata con quadri di artisti moderni, servita sui piatti disegnati dai ragazzini della Casa Cristallini, doposcuola sociale li vicino.

E’ il momento per me di  passare ai progetti sociali del rione

La Basilica di Santa Maria della Sanità è l’headquarter. L’interno è bellissimo. Volontarie della parrocchia si occupano delle pulizie quotidiane prima dell’arrivo dei turisti, che la visitano per poi infilarsi nel pertugio per le sottostanti catacombe di San Gaudioso e il culto dei morti rinascimentale. 

In Sagrestia c’è l’attività sociale, al primo piano diverse classi di doposcuola/ludoteca, al piano terra una palestra di boxe. 

La rivincita della Sanità
Boxe in Sagrestia/ © Federico Tovoli Photojournalist

Ragazzi del rione, dai dieci ai trent’anni si allenano sotto l’occhio vigile e statuario di santi e madonne. Due campioni delle Fiamme Oro sono gli insegnati, ironicamente si dice che le guardie insegnano ai ladri a boxare…ma son solo ragazzi di un quartiere difficile.

Il cortile della sagrestia è proprio sotto il ponte della Sanità, è uno spazio comune ricreativo e pubblico. Totò sorveglia da un poster. 

Partecipo all’inaugurazione della gelateria “sociale”, la Cremeria Capodimonte. La sede è altrove, questa è la parte ludica dell’evento. Decine di ragazzini del doposcuola, del pugilato ed altri operatori vogliono provare il nuovo gelato sociale. 

Col gelato in mano conosco Anna de Stefano, di  Casa Cristallini, recita anche nel Nuovo Teatro Sanità, altra realtà che occupa un’altra chiesa parrocchiale. Teatro in piena regola formato da ragazzi del quartiere. Fanno stagioni di prosa  e laboratori per bambini e mamme della zona. Mi informa di uno spettacolo itinerante previsto nel fine settimana: “Tur de vasc'”,  in italiano: “Giro dei bassi”.

Si, i famosi “bbassi” napoletani. Abitazioni anguste al terreno in palazzi vecchi di secoli.

La rivincita della Sanità
Tur de Vasc’. Teatro in autentici bassi della Sanità un progetto del Nuovo Teatro Sanità / © Federico Tovoli Photojournalist

Me li ricordo la mia primissima volta qui, ventenne, estate 1983, risalendo da un tour alla brada in Sicilia. Ci vestimmo più trasandati di sempre per “sicurezza”, ci infilammo chissà dove in centro. Erano li i “bbassi”: interni fatiscenti, torme di bambini, mamme e nonne sedute sulla porta di casa. L’immagine corrispondeva a quei documentari e fotoreportages  sul problema Napoli che da anni giravano in Italia.

Adesso gli interni non son più fatiscenti, ma l’esterno è lo stesso, la gente idem con in più scooter e  smartphone.  I vasc’ abbondano alla Sanità, farci dentro l’adattamento teatrale de l’Orso di Checov, non è una trovata originale, oggi che quasi tutto è già stato fatto; è geniale  per com’è organizzata e per il pubblico che convoglia.

Meeting point in piazza San Severo, i ragazzi del teatro, in scooter, casco e papillon, chiudono con l’italiano e danno istruzioni in napoletano. Con gli scooter scoppiettanti guidano il corteo degli spettatori fra i vicoletti di una zona  dove un forestiero non andrebbe mai di notte…. 

Tutti dentro al basso messo a disposizione dai proprietari.  Arredamento a buon mercato, attori e pubblico negli stessi spazi, gomito a gomito. lingua di scena il napoletano. Con tutte le volte che son venuto qui lo capisco al 95%. 

L’Orso di Checov in partenopeo diventa una storia di delazioni, si chiude con la protagonista che telefona a un boss confermando la presenza del soggetto da punire. Da fuori, dove persoste un vociare estraneo allo spettacolo, uno degli attori in scooter esorta a lasciare l’appartamento perché stanno arrivando i killers. Per un’attimo sembra vero. 

Altri due bassi, altre due scene. Conosco nel pubblico delle ragazze del Vomero, son venute qui apposta e a fine show andranno a cena in altra zona del centro. 

La rivincita della Sanità sta portando i quartieri alti nei “bbassi”. 

La rivincita della Sanità
Doposcuola in sagrestia/ © Federico Tovoli Photojournalist

In giro per il rione ci sono dei poster pubblicitari con scritto “Vico Esclamativo”, raffiguarno un cielo ripreso dal vicolo, coi palazzi in controluce forma un punto esclamativo. 

E’ un libro sulla Sanità, scritto in forma oggettiva da voce ai protagonisti. Ci ritrovo Valeria, Vincenzo, Antonio ed altri che ho conosciuto. Storie di riscatto sociale partendo da svantaggi talvolta enormi. La forma narrativa mi ricorda i quarantanove racconti di Hemingway.

L’autrice è  Chiara Nocchetti, di Posillipo, chiamata alla Sanità grazie al suo diario di viaggio uscito sul Corriere del Mezzogiorno. adesso lavora in comunicazione con La Paranza. Ha l’età dei ragazzi dei progetti che costituiscono la rivincita della Sanità. Il libro è alla seconda edizione ed ha venduto undicimila copie,ha vinto il premio Elsa Morante. Lei sta girando l’Italia con le presentazioni nei licei.  

Le buone energie del Rione hanno prodotto un’altro azzardo, grazie al libro hanno creato una casa editrice. 

Chiara è entusiasta di lavorare qui, mi parla però di una differenza che se fosse rimasta nel suo mondo benestante non avrebbe notato. Le inquietudini sul proprio futuro, tipiche da neolaureata, sono diverse da quelle dei ragazzi di li che si sentono già realizzati per essere usciti dallo stallo in cui l’esser della Sanità  li stava tenendo.

Altri ragazzi dei quartieri alti li trovo allo studio di registrazione Apogeo, in uno spazio della chiesa di San Severo. 

Luigi Palazzuolo, giovane sound engineer viene da Posillipo, Alessandra Nazzaro, cantautrice pianista , appena rientrata dall’Erasmus in Spagna, sta incidendo il suo nuovo brano.  In una pausa uno dei suoi musicisti racconta di essersi “incasinato” per arrivare in auto. Si capisce che non c’era mai stato. In una metropoli  è normale, ma  intuisco che un ragazzo dei quartieri alti  qui viene solo per ragioni specifiche. In questo caso la struttura studio perfetta.

La suddetta chiesa fa parte  del Miglio Sacro.  Prima di condurre i turisti dentro l’Oratorio della confraternita dei Bianchi di Sant’Antonio, ogni guida fa notare leggii e strumenti da orchestra posti nel coro. Spiega poi che qui ci  prova il Sanitansemble. 

Altro fiore all’occhiello del progetto Sanità sono le orchestre giovanili. Come il Sistema creato da Abreu in Venezuela  anche qui la musica classica aggrega  giovani del quartiere e potenzialmente forma musicisti. 

La rivincita della Sanità
Prove dell’Orchestra Giovanile della Sanità nella chiesa di San Severo fuori le mura. Sede dell’associazione Sanitansamble/ © Federico Tovoli Photojournalist

Ragazzini come tanti, fra i quali spuntano alcuni cingalesi e africani, arrivano a fine pomeriggio portandosi sottobraccio gli strumenti, aprono i leggii, accordano i violini, soffiano nei flicorni; una ragazzina va ai timpani, uno inizia a muovere l’arco sul violoncello. Comincia quella melodia disordinata degli strumenti che si scaldano. 

Come tanti della mia generazione alla classica ci sono arrivato da grande. Da ragazzo suonavo il blues e quelli del conservatorio mi sembravano artificiali. 

Mi era già successo in Chiquitania ma l’esotico altra storia. Diciamo che per la prima volta mi ritrovo in mezzo ad adolescenti normali che si comportano normalmente e che sotto le direttive di Paolo Acunzo un maestro  quasi mio coetaneo, che mi ricorda .. gli “artificiali”, praticano  melodie eterne.

Acunzo dirige le due orchestre, la Junior e la Giovanile, hanno suonato per il presidente delle Repubblica e per il Papa, si sono esibite  in luoghi italiani prestigiosi ma anche nelle carceri. Nata nel  2008 l’Orchestra ha alzato il livello delle  aspettative di decine di ragazzi. “Attraverso la musica creare  cittadini perbene.” dichiara Acunzo

E’ il successo del Modello Sanità,  in controtendenza col: “Chillo vive dint’ ‘a Sanità, nun sape parla’ italiano”…

Per la prima volta, cercando come sempre lo scatto perfetto , durante la prova mi siedo in mezzo agli orchestrali. La musica mi entra in maniera diversa, affascinante. Ogni elemento svolge la sua mansione e tutto quanto, quasi metafora per la rivincita della Sanità, esprime una melodia gradevolissima.

Mi viene a mente una frase di Dostoevskij  ” la bellezza salverà il mondo“.

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Bravo Federico !!
riesci perfettamente a stimolare l’interesse delle persone.
Ho in mente un tour dell’ Italia del sud a fine agosto, che toccherà Napoli e Pompei ed una visita al Rione Sanità ci scapperà senz’altro !!

Questo artista della luce e delle immagini riesce sempre a stupirmi, lo seguo sempre con grande interesse.

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