Esotico reciproco

Vedendola da un punto di vista occidentale l’esotico è quell’altro luogo lontano tanto diverso dalla zona in cui viviamo. Questo si traduce in foreste lussureggianti dalla vegetazione tanto diversa dalla nostra, monasteri e templi di altre religioni, gente scura di pelle che veste diverso da noi, pensa diverso, mangia diverso. Luoghi caldi quando da noi fa freddo etc…

Questo concetto è un po’ unilaterale visto che quelle genti se sono da noi ci sono per lavoro, non per turismo.

Fuori dalle rotte turistiche classiche è più comune incontrare un cinese che ha un ristorante o un rumeno che fa il muratore che non due persone di quei paesi in viaggio di piacere

Malgrado la conclamata esperienza di viaggiatore in questa contraddizione una volta  ci son caduto anch’io. Dopo anni di viaggi in Sudamerica mi capitò, nel 2010, di passare qualche giorno in camerata in un Ostello della Gioventù a Budapest.  Andando a spanne credo che fossero stati vent’anni dalla volta precedente.

Ovviamente i miei “room mate” erano molto più giovani. Tre avevano i tratti orientali e due ragazze avevano i capelli rossi e il look “dark”.  Esclamai che ero contento di avere tre giapponesi in camera e quei tre si indispettirono “We are Chinese” dissero. 

Le ragazze venivano da Bucarest. Ecco, “ai miei tempi” l’ospite più esotico di un ostello europeo era il giapponese, i rumeni non esistevano. I primi che si muovevano dopo il crollo del muro avevano sembianze totalmente diverse dalle “darkone” britanniche. 

Questo per dire che il concetto di esotico rapportato alla nostra concezione ha dei limiti. 
Oggi dai rumeni ai cinesi, passando per indiani e africani tutti viaggiano per turismo. Magari sono le classi più agiate che lo fanno, specie in Africa che India. Se per noi l’esotismo è l’Angor wat per loro è la torre di Pisa.

Potremmo parlare di esotico reciproco ?

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