"Nessuno nasce IMPARATO
anzi...
TUTTI STIAMO IMPARANDO"
"Nessuno nasce IMPARATO
anzi...
TUTTI STIAMO IMPARANDO"
Un fotografo giramondo residente in Toscana
Un fotografo giramondo residente in Toscana
La composizione in fotografia segue più di una regola. In un fotoreportage di viaggio, uno storyteller tematico o una sessione di street photography conoscerle e soprattutto riconoscerle darà ottimi risultati.
per perfezionare, scandagliare, migliorare quella che è una vocazione, quello per cui uno si scopre portato.
Da ragazzo seguivo l’hobby di mio padre, la fotografia, scrivevo di tutto e suonavo l’armonica blues anche in una band. Quest’ultima passione era quella per la quale avevo meno vocazione, tant’è che già a vent’anni l’avevo abbandonata. Per l’accordatura i ragazzi mi dicevano di soffiare nel quarto buco della blues harp . Non riuscivo a sentire differenze sonore nel loro tendere le corde.
Divenuto casualmente professionista della fotografia, la mia palestra fu continuare a divorare fotografie di viaggio e giornalistico-sociali. Fu parte dell’imparare il mestiere facendolo.
Cominciando a 21 anni è possibile, una buona scuola di fotografia mi avrebbe indubbiamente ottimizzato l’apprendistato dei pochi e spesso inutili consigli.
Un po’ come i livelli di Photoshop che si sovrappongono in semitrasparente. Sotto quel che vediamo e razionalmente decifriamo c’è una forma semplice. Una struttura di base che se ben evidenziata rende una fotografia piacevole da guardare. Vediamolo circa la composizione statica e dinamica.
…significa bianca e rossa in italiano ed è come in Perù ci si riferisce confidenzialmente al vessillo nazionale. Il bianco e rosso sono dappertutto in un paese dal senso patrio molto forte.
non è consuetudine ma ci si può imbattere anche in facce dipinte come questo bambino.
Aveva terminato di sfilare nella Plaza de Armas di Tanta, un villaggio andino a cinque ore dall’asfalto più vicino. Un luogo dove il ripetitore per i cellulari è arrivato nel maggio 2011 e nessuno possedeva l’auto. Stava seguendo il resto della sfilata accanto alla madre che come tutte le andine, aveva la borsa plastificata e il sacco in spalla con dentro un’altro bambino.
sia perché un volto di per sé lo è , sia perché è dipinta.
C’è infatti una simmetria fra la posizione delle braccia della madre e quelle del ragazzino,. Si intravede una forma soggiacente, una struttura che bilancia l’immagine in maniera statica.
Avrei potuto isolare il ragazzino croppando.
Oppure avrei potuto usare l’altra versione dove diventa protagonista il fratellino minore.
Questa che ho scelto però mi narra una storia attraverso una composizione bilanciata.
Chucuito è un villaggio fra la città di Puno e il confine sul lago Titicaca, vi si celebra una festa dell’Assunzione che, come tante altre feste andine, ha connotati precolombiani. Una sorta di festa del buon auspicio che finisce con lanci di caramelle e di teste di capra (per il brodo) dal campanile.
Anche se è un contadino che vive di quel che produce edi ha pochi soldi ma gliene bastano pochi, l’andino ha l’abito buono che mette il giorno della festa del villaggio, quello femminile è sempre molto particolare e ben tenuto.
Quei colori accesi, il fatto che tutti e quattro portino il cappello, il fatto che ci sia un solo uomo, che stia su un lato. Insieme alla connotazione esotica data dall’inequivocabile look, sono senz’altro unl cocktail che rende piacevole l’immagine.
Ma c’è di più, sotto c’è di più. Tutti e quattro sono immobili ma guardano fuori campo nella stessa direzione. Questo crea dinamismo nella composizione.
Inoltre la forma soggiacente ha un’altra linea tracciabile, che dal Borsalino dell’unico uomo scendendo giù fino alle sue ginocchia passa attraverso le ginocchia delle altre signore ed esce fuori campo in basso dai piedi dell’ultima donna sulla destra. Questo perché tutti quanti hanno le ginocchia allo stesso livello.