CHI SONO E COME LA VEDO

Chi sono, come la vedo Sono nato a Livorno da padre elbano e madre livornese

A Livorno ci sono anche cresciuto ma ho cominciato ad andarmene abbastanza presto.

A sedici anni ero già un “fuorisede” poiché studiavo a novanta chilometri di distanza e dormivo in loco. Il mio sentirmi cittadino del mondo è cominciato li
Chi sono e come la vedo
Copertura del Carnaval di Pasto, Colombia gennaio 2013. Credito Martinez

Sono cresciuto con la cultura e la controcultura degli anni sessanta e settanta.

La cultura ufficiale proviene  dagli stimoli familiari, middle class impiegatizia statale formatasi col boom economico. Passione per l’arte figurativa, la storia, il cinema…tutto è cominciato nell’infanzia. 

Posto fisso e “nel tempo libero coltivi i tuoi interessi”, mi si diceva . La mia vita sarebbe stata diversa

A 17 anni facevo autostop lungo la ss.1 Aurelia con “On the road” di Kerouac in tasca...

Il viaggio era una condizione esistenziale che mi aveva sempre affascinato  e allla  quale ero abituato sin dalla prima infanzia, quando con la famiglia andavamo in vacanza lontano.

Il viaggio da adolescente, autostop e sacco a pelo, equivaleva per me  alla libertà ed a un qualcosa d’altro rispetto al modello di vita propostomi.

Fino ai ventiquattro anni l’autostop è stato il mio mezzo di trasporto principale. L’Europa di quà “dalla cortina” me la son girata tutta così.

Chi sono e come la vedo
On the road a Capalbiol durante l’autostop per la Sardegna, settembre 1981. Ancora non pensavo di diventare fotografo. © Roland Incorvaia

La fotografia era uno dei vari hobbies creativi del mio babbo. Grazie a lui  ci son dentro da quando ero piccolissimo. In camera oscura a sette anni, la prima “macchinetta” a tredici.  I soldi della paghetta si trasformavano in  rullini di diapositive che accompagnavano il  tempo libero prima, i  viaggi in autotop poi. 

Intorno ai vent’anni la fotografia divenne una passione crescente, divoravo libri e riviste specializzate, ero affascinato da questo mezzo per raccontare il mondo. Sognavo, forse, di divenare fotografo ma era un sogno remoto

Non era, infatti,  nei piani che diventasse un lavoro, ho studiato all’Istituto Agrario, volevo lavorare in campagna, coi miei amici dei diciott’anni volevamo costruire una Comune Agricola. 

I sogni poi devon fare i conti con la realtà…

Scelsi di  fermarmi alla “maturità” e mi ritrovai a mendicare un qualsiasi  lavoro, trovandone solo di sottopagati e senza futuro. Cominciai a fare i conti con la noia delle giornate vuote in una grossa città di provincia, Livorno. 

Riuscii a scappare facendo il contadino nelle fattorie di tedeschi e svizzeri sui colli pisani, una sorta di ragazzo alla pari.

C’era però il servizio civile alternativo che incombeva, l’anno allo stato che ogni cittadino maschio doveva e fortunatamente c’era l’alternativa alla caserma. 

L’avrei dovuto svolgere in un comune della provincia  bolognese nell’ufficio agricoltura; secondo i miei calcoli mi sarei trasferito a Bologna, città che mi piaceva all’epoca e tutt’ora mi piace.

Dal Ministero  mi dislocarono ai servizi sociali in un comune della mia zona, mi ritrovai di nuovo a Livorno, coi pomeriggi vuoti, mendicando lavoro per arrotondare “la paga del soldato”. 

Lavorando per FADV a Pamparomás, Ancash, Peru. Ottobre 2011

Ricominciò la tiritera dei lavori sottopagati e inutili. Fu li che presi la decisione : optai per non stare più a quel gioco, una cosa la sapevo fare, divenni fotografo professionista, a ventun’anni.  

Era il 1984, le poche informazioni certe erano circa una scuola di fotografia al nord, privata e carissima. Un po’ di tecnica la conoscevo… imparai il mestiere strada facendo. La parte burocratica dell’epoca erano solo un po’ di scartoffie bollate in nessuna delle quali si doveva  dimostrare di possedere una fotocamera…figuriamoci il dimostrare di conoscere il lavoro !!!!

Una scuola mi avrebbe agevolato la prima fase di apprendistato, senza dubbio

A quasi 23 anni avevo già un mio studio fotografico e mi dedicavo alla clientela locale fra piccole imprese e privati. 

Ma c’era un’insoddisfazione di fondo

Ero cresciuto con libri e mostre di giganti della fotografia quali W.E. Smith, H.C.B, Ansel Adams

Ogni Agosto chiudevo lo studio e partivo in autostop per fare quel che mi piaceva : viaggio e fotografie di viaggio.

Chi sono e come la vedo
Lavorando sul riciclo dei rifiuti a Bogotà. Gennaio 2014, Scattò il mio contatto, non ricordo il nome

Erano i viaggi/ferie, nei quali facevo, in pratica  quel tipo di fotografia che andava a compensare le fototessere, i gruppi classe, foto ricordo, i cataloghi di pasticceria o componentistica auto. Generi che  se potevano bastare al mio portafoglio non erano certo la realizzazione personale per  come mi ero formato. In definitiva per chi sono, come la vedo

Ogni rientro dalle ferie equivaleva ad una proiezione di diapositive per gli amici in studio, una sorta di party dove oltre la birra e le risate c’erano le diapositive. 

Tutto accade per caso

Mentre il mondo stava cambiando e il decennio ’80 finendo, realizzai che avevo il budget per  un viaggio fuori Europa. L’ aereo per il Guatemala costava troppo, optai per l’India destinazione Nepal. 

Con la vita frenetica e bersagliata da stimoli futili degli anni ’80, uscire per la prima volta dall’Europa e in tre giorni ritrovarsi a Katmandu fu un piacevolissimo terremoto. 

Inoltre la mia formazione “controculturale” faceva si che non fossi totalmente digiuno di filosofia orientale. 

Non fu una crisi mistica. Fu solo un tuffo in un mondo che viveva in  maniera diversa e che mi fece capire che anche per me qualcosa d’altro era possibile. 

La proiezione di diapositive quella volta ebbe un successone

Accadde qualcosa di più micidiale, riuscii a capire come avvicinarmi al settore delle riviste di viaggio.
Chi sono e come la vedo
A Sarajevo gennaio 2017

Intravidi la possibilità di unire il viaggio al fotografare professionalmente. Per chi sono e come la vedo era un lavoro a me molto più consono. 

L’anno seguente produssi quattro reportages.  

Appena presentati mi accorsi che mi venivano pagati meglio dei lavori fotografici senza futuro che facevo in città.  Peraltro complicati da ottenere.

In una qualche maniera avevo svoltato

Sono passati trent’anni. Ho toccato il suolo di 46 paesi. Dal nord del Laos alla Patagonia Argentina, dal Senegal all’Islanda. 

Se in un primo lungo periodo mi sono occupato solo di temi di viaggio a taglio turistico, dal 2004 in poi ho trattato anche temi sociali,  scientifici, naturalistici, geopolitici.  

Ho conosciuto i bambini lavoratori peruviani, ho documentato la vivace  bellezza della Bulgaria quando in Italia pensava fosse un posto triste, ho illustrato il tentativo di trasformazione sociale della Bolivia. Ho raccontato del problema ecologico lasciato dalla Texaco in Ecuador. Ho lavorato coi rifugiati arrivati in Italia coi barconi, coi volontari antimafia sui campi di Calabria e Sicilia, con gli attori della rinascita del Rione Sanità a Napoli.

I miei reportages sono usciti sulle più importanti riviste nazionali e su molte estere. Dal Venerdi di Repubblica al sito Lonely Planet, da Terra Mater a Forbes e Smithsonian. Ho esposto molte volte e mie immagini sono su vari libri ed enciclopedie. Recentemente ho pubblicato il mio primo libro fotografico d’autore

Per lavoro ho girato il Sudamerica durante  un decennio nella cui seconda metà ci ho abitato, in Ecuador e poi in Peru, producendo fotoreportages per la stampa internazionale e insegnando fotografia nelle migliori scuole di Lima.

Chi sono e come la vedo
Selfie con tripode nelle Yungas Boliviane giugno 2006

L’insegnamento ha affiancato il mio lavoro di fotoreporter a partire dal 1992

Per il piacere di trasmettere l’esperienza acquisita, per l’onore di formare nuovi talenti. 

Lo faccio dall’entry level fino al master professionale; insegno ovviamente travel photography, storytelling ma anche ritratto fotografico. 

Quello a cui tengo di più è l’insegamento del linguaggio, quello che si capisce di più come “composizione fotografica”.  

Insegnando all’ IPAD di Lima

In una lezione introduttiva di un corso specifico dico :  “Le vostre foto devono far esclamare wow”, e cerco di  spiegare come provare a far si che avvenga

Per chi sono e come la vedo essere in fotografia è un arricchimento continuo di conoscenza

LA FOTOGRAFIA È IL MIO  OCCHIO SUL MONDO

5 1 VOTA
Vota questo post
Avvisami
Avvisami

2 Commenti
il più nuovo
il più vecchio I più votati
VISUALIZZA TUTTI I COMMENTI

Racconto bellissimo ed emozionante su come si è sviluppata man mano la tua passione per la fotografia di reportage, complimenti davvero! Non bisogna mai abbandonare i propri sogni, è pura verità questa!

Ma che bel blog!!!

2
0
CI PIACEREBBE UN TUO COMMENTOx